Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La sorte

247923
Federico De Roberto 33 occorrenze
  • 1887
  • Niccolò Giannotta editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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La sorte

, rimescolava lentamente le carte, posava sul tavolo dal tappeto verde il mazzo aspettando che il cavaliere Fornari lo tagliasse, e ricominciava la

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, don Tino il dolciere aveva comprata una sorbettiera nuova, per gli spumoni, e lo zio Vito faceva venire un carico di castagne e di ceci. La comare

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dietro il figliuolo, scalzo anche lui e con la torcia in mano, alla dolceria di don Tino. - Me lo potreste prestare un vassoio, per la questua del ragazzo

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lo lacerassero con un pezzo di vetro. Si guardò attorno, cogli occhi smarriti; tentò di sbottonare il panciotto, ma il dolore riprese, più acuto

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strumenti sotto il braccio e le mani dentro le saccoccie del soprabito. I vecchi volevano esser serviti presto; essi si levavano col sole, e non lo

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soltanto in casa della nobiltà. Perfino i servi avevano belle maniere, e il cameriere che lo aveva accompagnato in giardino, e poi nella sala dei rinfreschi

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lo adulava, lo trovava spiritoso. Riuniti in molti, parte ospiti della principessa, parte convenuti dalle vicine villeggiature, ai giovani veniva

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quartiere fuori mano.... - Lo troverete anche voi! Io non ho pratica d'affari; mi metto interamente nelle vostre mani. Agostino trovò un'offerta, e

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della settimana, Salvatore lo invitava a desinare. - È il meno ch'io possa fare - diceva a sua moglie, giustificandosi - per disobbligarmi dei servigi

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opprimere, se lo vuoi sapere! - gli spiattellò lei chiaro e tondo. Salvatore la stringeva fra le braccia, amorosamente. - Perchè non lo hai detto

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! Gli amici lo presero in mezzo, tentando di persuaderlo, di trascinarlo. - Vieni con noi; troveremo Agostino!.. - M'aspetta mia moglie! Egli si

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gli tremava. - Se crede - disse al principale - il salone lo piglierei io... Ma Salvatore non sapeva ancora decidersi. - Non c'è nessuna speranza? da

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ricomprato io la casa... - rispose quello, un po' confuso. - Mio suocero è morto... e m'ha lasciato ogni cosa... - Dunque, dicevamo, qui... - L'ingegnere lo

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servizio. - Ah, non lo vogliono sentire? - gridava - Qualche giorno gli dò la polpetta e me lo levo davanti. - Pròvati un po' - rispondeva il tappezziere

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parti. Per lei don Felice si rovinava; ma quella gli rinfacciava la sua famiglia, lo strapazzava se lo metteva sotto i piedi, per farne quel che voleva

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, con un'aria circospetta, quasi confidandosi grandi segreti; ma invece c'era fra di loro una freddezza, lo sposo affumicava il porta-sigari di schiuma

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altro articolo sicuro... Alberto contava d'impiegare i suoi risparmii e lo lasciava fare, occupato come era al suo ufficio e ad andar dietro ad

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potevano soffrire che il negozio di don Antonino facesse affari d'oro; tanto è vero che c'era un cartello nuovo, lungo una canna, con lo scritto: Sarto di

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. - Sono vigne, e il vino è per terra. Non ci è che lo zolfo, ora. Chi ha zolfare è ricco. - Hanno figliuoli? - chiedeva il professore - Quartini. - Che

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: lo aveva anche assicurato Domenico, il cameriere. Per questo egli andava chiedendo a chi due onze e a chi cinque, chè a contare a lire gli pareva

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quale, appena lo vide spuntare, si alzò a precipizio, per aprirgli. - Compare, come state? È tanto che non ci si vede!.. Accomodatevi, compare... Ma

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rimbombavano nel silenzio profondo del corridoio; poi lo strumento s'affondò fino al manico, e, girata la maniglia, la porta s'aperse. Nessuno fece un passo

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discorso. - Non vai in campagna, quest'autunno? A un tratto s'intese un fruscio, e di sotto lo scialle che la principessa teneva sulle ginocchia

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se la pigliavano con la sorte! Da parte sua il barone de Fiorio portava in giro la sua inconsolabile malinconia, dopo che la moglie lo aveva piantato

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con lo stomaco ed era ridotta a non lasciar più la poltrona. Il circolo dei compagni di giuoco si assottigliava continuamente, ed ella restava lunghe

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vederlo nudo come lo aveva fatto la mamma, con quelle sue spalle quadrate e quelle gambe che parevano di bronzo, avrebbe voluto cambiar la legge, per

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, quasi fossi un ladro. - O tu perchè arrivi a quest'ora? - rispose il fattore - Qui ora bisogna lavorare per davvero: il patto lo sai, ma è meglio

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non hai cuore di vendicarmi! E cacciatolo via, Anna Laferra se ne andò da suo marito. - M'hanno ingiuriata nell'onore, alla presenza della gente. Ve lo

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gli sguardi di Anna Laferra, che lo stringevano, lo avviluppavano, non lo lasciavano più. Egli si contorceva, lentamente, come un serpe, in mezzo a

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lavoro, il rispetto a sua madre, la paura dell'occhio del mondo. Anna Laferra lo aveva ridotto in quello stato. - Alfiuccio, bada a quel che fai! - gli

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Come donna Giovanna s'accorse che suo figlio ridiveniva lo stesso d'un tempo e pareva non pensasse più a quella cristiana, cominciava ad aprire il

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... - e non gli riusciva di trovar le parole - le dovete dire... che lo scanno, com'è vero Dio!.. che lo scanno.. - Che cosa è successo? Sei impazzito

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Minna, restando in paese per la festa, lo trovasse da sua moglie, e lo scannasse, come un agnello? - Viva San Placido! - urlavano fuori. Ma prima di San

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